Le imprese nautiche alla ricerca di figure altamente qualificate per affrontare le sfide della sostenibilità e dell’innovazione
di Antonio Portolano
Formazione e blue economy: il futuro passa dalle competenze
BRINDISI – Il Salone Nautico di Puglia 2024 (Snim) ha dedicato la giornata conclusiva alla formazione, sottolineando quanto la blue economy offra straordinarie opportunità di lavoro per chi possiede le competenze giuste. Le aziende del settore nautico sono sempre più alla ricerca di figure professionali altamente qualificate, capaci di rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della globalizzazione.

Come ha spiegato Sebastiano Leo, assessore alla Formazione della Regione Puglia: «Il mare offre tante opportunità, ma servono giovani preparati e competenti. I mestieri del mare sono al centro del nostro sviluppo economico. Abbiamo investito molto nella formazione per permettere ai giovani di cogliere queste occasioni». Leo ha poi aggiunto che il sistema degli ITS e i percorsi scolastici regionali sono stati potenziati per formare i futuri professionisti del settore marittimo.
La Blue Economy, motore di crescita per la Puglia
Monica Calzetta, dirigente della Sezione Formazione della Regione Puglia, ha illustrato i numeri della Blue Economy: «Questo settore ha un effetto moltiplicatore enorme. Per ogni euro investito nel mare, se ne attivano 1,8. E nella cantieristica si arriva a 2,5. L’occupazione è in forte crescita, con un incremento del 17% e il coinvolgimento sempre maggiore di giovani sotto i 30 anni. La Puglia, con le sue 119 mila imprese, è al quarto posto in Italia per il numero di aziende attive nella Blue Economy».

Calzetta ha anche sottolineato che è necessaria una maggiore interconnessione tra i diversi settori economici per sfruttare al meglio il potenziale del mare: «La Blue Economy non è solo cantieristica e turismo, ma è legata a una vasta catena di valore che comprende anche la pesca e il trasporto marittimo».
La contaminazione delle competenze: un approccio trasversale
Un concetto chiave discusso durante il convegno è stato quello della «contaminazione», sottolineato da Anna Cammalleri, consigliera del presidente della Regione Puglia per le Politiche integrate. Cammalleri ha spiegato che nel settore della blue economy non esiste più una divisione rigida tra professioni tradizionali e nuove competenze: «La contaminazione è fondamentale. Le imprese non possono vivere isolate, ma devono crescere e svilupparsi in un contesto che si nutre della conoscenza di altri settori». Questo significa che un approccio trasversale alle competenze è necessario per alimentare l’innovazione. Cammalleri ha ribadito che il network «Formare per il mare» rappresenta un modello innovativo che mira a costruire sinergie permanenti tra le imprese, il mondo della formazione e i giovani, per creare figure professionali ibride e capaci di adattarsi alle sfide del futuro.

ITS: un ponte tra imprese e giovani
Uno dei temi centrali del convegno è stata la rilevanza degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) come elemento strategico per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Giuseppa Antonaci, presidente dell’ITS Turismo, ha spiegato come il suo istituto si muova costantemente in questa direzione: «La nostra missione è interpretare il mare non solo attraverso le professioni canoniche, ma anche attraverso nuove competenze legate alla sostenibilità e all’innovazione. Cerchiamo di creare un percorso che permetta ai ragazzi di individuare la loro strada nell’economia del mare».

Silvio Busico, presidente dell’ITS Logistica, ha sottolineato come la collaborazione con le imprese è cruciale: «Il nostro lavoro è ascoltare le esigenze delle aziende per progettare percorsi formativi che possano soddisfare le richieste del mercato. Il cluster Alis, ad esempio, è in costante crescita e assume tanti ragazzi. Questo dimostra che fare rete è essenziale per offrire sbocchi occupazionali concreti».

L’Academy Alis: una sartoria delle competenze
Anche il mondo della logistica ha un ruolo chiave nella blue economy. Nicolò Berghinz, direttore generale di Alis, ha spiegato come l’Alis Academy sia diventata un punto di riferimento per la formazione di nuove figure professionali: «La nostra Academy è come una sartoria delle competenze. L’impresa ci dice di cosa ha bisogno e noi creiamo il percorso formativo giusto per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro. Oggi le aziende chiedono competenze in digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione. È una sfida che stiamo affrontando insieme agli ITS, e crediamo fortemente in questo modello formativo».

Innovazione tecnologica e competenze avanzate
Le competenze tecniche e digitali stanno diventando sempre più rilevanti nel settore nautico. Irene Zampini, esperta UX/UI e simulazione per CETENA, ha spiegato come le nuove tecnologie siano ormai centrali: «Il settore navale si sta aprendo sempre di più alle tecnologie immersive, come la realtà virtuale e la simulazione. Queste soluzioni non solo migliorano la sicurezza, ma offrono anche un’innovativa piattaforma formativa. La preparazione tecnica di alto livello è indispensabile per chiunque voglia inserirsi in questo campo».
Anche Davide Franceschi, responsabile delle risorse umane di Fincantieri, ha ribadito l’importanza della tecnologia: «Stiamo investendo in robotica per la saldatura e sistemi digitali come il digital twin, che ci permettono di simulare ogni aspetto della costruzione di una nave. Questo richiede figure professionali specializzate in ingegneria meccanica, elettronica e automazione. Oltre a tecnici qualificati, stiamo cercando personale che sappia lavorare con sistemi robotizzati per la saldatura e la produzione navale avanzata».

Il porto di Brindisi: un hub strategico per Grimaldi e la blue economy
Il mondo del lavoro nel settore nautico è in forte espansione, e le imprese sono sempre più esigenti in termini di competenze. Guido Grimaldi, amministratore delegato del Gruppo Grimaldi, ha espresso chiaramente questa necessità: «Abbiamo 140 navi operative e altre 20 in costruzione. Il mare è stato considerato a lungo un mondo di serie B, ma ora sta guadagnando l’attenzione che merita. Il problema maggiore è la mancanza di personale qualificato. Offriamo opportunità importanti ai giovani, ma devono avere le competenze giuste. Un cameriere a bordo di una nave guadagna 3000 euro netti al mese. Quale cameriere riuscirebbe a guadagnare quei soldi a terra? È un lavoro ben pagato, ma richiede competenze tecniche e capacità relazionali».

Grimaldi ha inoltre sottolineato l’importanza strategica del porto di Brindisi per la sua compagnia, definendolo uno snodo cruciale per le rotte del Mediterraneo: «Brindisi è un porto strategico per la nostra compagnia. Qui impieghiamo una delle navi più innovative della nostra flotta, progettata con le tecnologie più avanzate per garantire sostenibilità e riduzione delle emissioni. Stiamo investendo molto per far crescere ulteriormente la presenza della compagnia su questo scalo, creando nuove opportunità di lavoro».
Grimaldi ha poi aggiunto che il Gruppo è alla ricerca di giovani qualificati per lavorare sia a bordo delle navi che nella gestione logistica: «La crescita della nostra flotta richiede nuove figure professionali. Abbiamo bisogno di marittimi, tecnici di bordo e figure specializzate nella gestione del trasporto. Le opportunità sono molte e ben remunerate, ma richiedono competenze elevate».
La blue economy come opportunità di ricollocazione professionale
Uno degli interventi più rilevanti è stato quello di Dario Montanaro, amministratore delegato di Marina di Brindisi, che ha sottolineato come la blue economy non sia solo una risorsa per i giovani, ma anche per gli adulti provenienti da settori in crisi, come la siderurgia e l’energia. «La nautica e il turismo nautico possono rappresentare una valida alternativa per chi ha perso il lavoro in settori tradizionali. A Brindisi e Taranto, ad esempio, soffriamo delle crisi industriali importanti. La nautica potrebbe riassorbire lavoratori tra i 40 e i 50 anni che sono usciti dal loro circuito produttivo. L’esperienza che portano con loro unita a nuove competenze può essere preziosa. Il mercato nautico è in espansione e può offrire sicurezza a chi proviene da altri cicli produttivi».

Montanaro ha spiegato che il settore sta evolvendo non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche turistico, creando nuove opportunità per chi ha una conoscenza delle imbarcazioni e dei servizi legati al turismo nautico. «È un lavoro che può durare tutta la vita, alla portata di ogni giovane ma anche di chi ha perso il lavoro in altri settori. Il nostro obiettivo è aprire il mercato anche alla ricollocazione, offrendo tranquillità sia ai lavoratori che alle imprese».
Best practices e innovazione nella nautica
Durante il convegno sono stati presentati anche esempi di best practices da parte delle imprese del settore. Pasquale Apollonio, fondatore di Level Project, ha raccontato la sua esperienza nel mondo dell’allestimento nautico: «Operiamo in diversi cantieri, tra cui quelli di Genova, con oltre 300 addetti. Crediamo fortemente nell’importanza di coinvolgere i giovani, e consiglio a tutti di approfittare delle pause scolastiche per fare esperienze dirette in azienda. Il settore nautico offre tantissime opportunità per chi è disposto a mettersi in gioco».
Il Salone Nautico come vetrina per il futuro della Puglia
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha ribadito come il Salone Nautico di Puglia rappresenti ormai una vetrina di livello internazionale per il settore. «Brindisi è la capitale della nautica pugliese», ha dichiarato con orgoglio. «La nostra regione sta dimostrando di poter competere anche con eventi di rilievo come quello di Genova. Stiamo sostenendo con tutte le nostre forze questa manifestazione e lo faremo ancora di più in futuro. Brindisi ha risposto magnificamente, con le sue imprese, le scuole e gli organizzatori. È una città che ha dimostrato di saper cogliere le opportunità e che può diventare un punto di riferimento per tutto il Mediterraneo».

Emiliano ha poi evidenziato l’importanza del dialogo tra istituzioni e aziende per attrarre nuovi investimenti: «Se lavoreremo insieme, convinceremo le grandi multinazionali che Brindisi è il posto ideale per investire. La bellezza di questa città e la forza delle sue imprese possono migliorare non solo la Puglia, ma l’intera Italia».
Il futuro dei mestieri del mare
Il Salone Nautico di Puglia 2024 ha dimostrato come il settore della Blue Economy sia in grado di offrire un futuro professionale solido e ricco di opportunità per i giovani. Come ha ricordato Sebastiano Leo: «Questo è il tempo degli investimenti. Le nostre scuole e gli ITS stanno creando percorsi formativi specifici che permetteranno ai giovani di affrontare con successo le sfide del mercato del lavoro nel settore nautico. Il mare è una risorsa preziosa, e noi stiamo lavorando per valorizzarla al meglio».

Giuseppe Meo, presidente di SNIM, ha concluso: «Questo evento non è solo una fiera espositiva, ma un’occasione per orientare i giovani verso un settore con grandissime potenzialità. Le aziende qui presenti offrono concrete opportunità di lavoro. Con la giusta formazione, i giovani pugliesi possono davvero costruirsi un futuro nel mare».