A Brindisi si riconosca l’area di crisi complessa

La centrale Federico II di Enel a Cerano

“Garantire risorse straordinarie e affrontare la transizione” chiede Massimo Di Cesare, segretario generale della Cgil di Brindisi

BRINDISI – «A Brindisi si riconosca l’Area di crisi complessa». È quanto la Camera del lavoro territoriale di Brindisi guidata dal neo segretario generale Massimo Di Cesare. In cosa consiste?

Risorse certe, ingenti e urgenti a Brindisi per affrontare la transizione ambientale e garantire un futuro stabile ai lavoratori e alla collettività. Più tempo, ammortizzatori sociali e un «ammortizzatore universale unico per la transizione». Un commissario ad acta per accelerare le bonifiche. La richiesta di un risarcimento alla collettività da parte di Eni ed Enel attraverso una serie di azioni. E infine un ruolo più attivo da parte di Regione, Comune e Provincia.

Massimo Di Cesare segretario generale Cgil Brindisi

La Camera del Lavoro Territoriale di Brindisi chiede con forza il riconoscimento del territorio come area di crisi complessa. La situazione economica e sociale richiede risorse certe e urgenti per affrontare la transizione ambientale e garantire un futuro stabile ai lavoratori e alla collettività. È fondamentale garantire che le necessità di un territorio così delicato come quello brindisino siano messe al centro dell’agenda politica nazionale e regionale, affinché le promesse si trasformino in azioni concrete e tangibili per il benessere della popolazione.

Area di crisi complessa: la transizione e il futuro di Brindisi

Il territorio di Brindisi, con il suo sito industriale e il polo energetico, è al centro di un cambiamento cruciale che necessita di supporto strutturale. La transizione ambientale, insieme alla necessità di riqualificare i lavoratori e di gestire le crisi aziendali in atto, richiede misure specifiche che solo un riconoscimento ufficiale di “area di crisi complessa” può garantire. La Cgil di Brindisi insiste sull’importanza di mantenere il termine del 31 dicembre 2025, come stabilito nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), per la cessazione delle fonti inquinanti di CO2, senza anticipazioni che potrebbero avere gravi ripercussioni. È necessario, inoltre, agire rapidamente per definire soluzioni che consentano di affrontare le crisi aziendali e garantire stabilità occupazionale a lungo termine.

Costituito il Coordinamento industria Cgil

La piattaforma sindacale con la richiesta per Brindisi di Area di Crisi complessa deriva dal lavoro del «Coordinamento industria» costituito apposta da Di Cesare. Lavoreranno insieme le sei categorie che dovranno affrontare i maggiori impatti occupazionali: Filctem (elettrici e chimici), Fiom (metalmeccanici), Fit (trasporti), Flai (agroindustria), Fillea (edili), Filcams (terziario).

L’impianto di cracking del petrolchimico di Brindisi

Bisogno di più tempo per una transizione efficace

La transizione richiede tempo e risorse. Per questo motivo, la Cgil di Brindisi sottolinea l’importanza di evitare anticipazioni rispetto al termine del 31 dicembre 2025 per la cessazione delle fonti inquinanti. Ogni decisione affrettata rischia di compromettere la stabilità occupazionale e la sicurezza economica del territorio. Brindisi ha bisogno di un piano di transizione che sia realistico e che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e delle peculiarità industriali locali.

Ammortizzatori sociali straordinari e riqualificazione dei lavoratori

Tra le richieste avanzate, emerge la necessità di sostenere tutti i lavoratori, sia diretti che dell’indotto, con ammortizzatori sociali straordinari per gestire i tempi della transizione. Di Cesare sottolinea che “è fondamentale che le aziende partecipate, come ENI ed ENEL, garantiscano una integrazione al reddito per tutta la durata del processo, per evitare che i costi della transizione ricadano sui lavoratori”. Inoltre, la Regione Puglia dovrà garantire opportunità formative per sostenere la riqualificazione e il ricollocamento di tutti i lavoratori coinvolti, puntando su percorsi formativi efficaci e in linea con le nuove esigenze produttive. Il futuro della forza lavoro brindisina dipende dalla capacità di mettere a disposizione corsi di aggiornamento e percorsi formativi innovativi che rispondano alle sfide di una nuova economia sostenibile.

Un presidio di lavoratori davanti al petrolchimico Brindisi

Un ammortizzatore universale per la transizione

La proposta di un ammortizzatore universale per la transizione è uno dei punti cardine delle richieste della Cgil. Questo strumento dovrà coprire le imprese e le loro filiere, inclusi appalti e subappalti, vincolandolo a un piano di reindustrializzazione e sviluppo. L’obiettivo è quello di garantire una rioccupazione completa per tutti i lavoratori colpiti dalla trasformazione industriale, puntando all’obiettivo di “disoccupazione zero”. Questo si traduce in un impegno concreto per assicurare nuovi posti di lavoro, anche attraverso misure di sostegno all’autoimpiego e progetti di “lavoro garantito – Job guarantee”. La transizione non può essere un sinonimo di disoccupazione, ma deve rappresentare un’opportunità di crescita e di sviluppo per tutti i lavoratori coinvolti, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili.

Bonifiche, aree industriali e commissario ad acta

Un altro elemento cruciale riguarda l’identificazione e la bonifica delle aree industriali interessate. È necessario accelerare i processi di messa in sicurezza per favorire la successiva fruizione dei nuovi progetti di sviluppo. La Cgil propone la costituzione di una cabina di pilotaggio con un commissario ad acta per ridurre i tempi e rispettare la scadenza del 2025. In questo contesto, il contributo delle grandi aziende come ENEL ed ENI è essenziale, non solo in termini di risarcimento verso la collettività, ma anche attraverso iniziative come la forestazione urbana e l’elettrificazione dei mezzi pubblici. Tali progetti non solo compensano i danni ambientali, ma rappresentano un’opportunità per migliorare la qualità della vita dei cittadini brindisini, rendendo il territorio più sostenibile e resiliente.

Uno striscione davanti alla centrale Enel Federico II dei sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil

Richiesta di risarcimento da ENI ed ENEL

La Cgil di Brindisi chiede a ENI ed ENEL di non lasciare il territorio senza aver prima contribuito fattivamente al risarcimento verso la collettività. Questo risarcimento non deve essere inteso solo come un obbligo morale, ma come un contributo tangibile per compensare le conseguenze ambientali e sociali derivanti dalle loro attività. Le richieste includono interventi di biorimedio, forestazione urbana, elettrificazione dei mezzi pubblici, installazione di pannelli solari sugli edifici pubblici e fornitura di strumentazione per la prevenzione sanitaria all’ASL di Brindisi. Questi interventi possono rappresentare un contributo significativo per migliorare la sostenibilità del territorio e la qualità della vita dei suoi abitanti.

L’importanza di un accordo di programma

I progetti legati alla reindustrializzazione e alla transizione devono essere valutati in termini di compatibilità ambientale e ricadute occupazionali. La Cgil sollecita la definizione di un accordo di programma che coinvolga Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi, oltre a tutte le parti sociali, per garantire uno sviluppo sostenibile e inclusivo. “Il futuro di Brindisi dipende da scelte coraggiose e condivise, è il momento di agire per garantire un futuro dignitoso a lavoratori e cittadini”, conclude Di Cesare. Un accordo di programma può rappresentare uno strumento fondamentale per garantire il coordinamento tra le varie istituzioni e assicurare che tutti gli attori coinvolti lavorino per un obiettivo comune, quello del benessere collettivo e della crescita economica del territorio.

Lo stabilimento della Jindal uno dei diversi presenti nell’area del petrolchimico

Ruolo attivo degli Enti e delle istituzioni locali

Tutte queste rivendicazioni richiedono un ruolo attivo e determinato da parte degli enti locali, tra cui Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi, oltre alla partecipazione delle parti sociali. È indispensabile che queste istituzioni lavorino insieme per costruire un futuro che sia davvero sostenibile per il territorio. La collaborazione e il coordinamento tra gli enti possono fare la differenza nel superare le sfide legate alla transizione e nel garantire un impatto positivo a lungo termine per la comunità brindisina. La Cgil di Brindisi ribadisce l’importanza di un impegno costante e concreto da parte di tutti i soggetti coinvolti, affinché il percorso verso la reindustrializzazione e la sostenibilità diventi una realtà tangibile per tutti.

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