Il prefetto di Brindisi interviene: incontri con sindacati e governo per salvare occupazione e assetti industriali
BRINDISI – La possibile perdita di 1500 posti di lavoro al petrolchimico di Brindisi, conseguenza dell’annunciato piano di dismissione presentato da Eni Versalis, scuote il territorio. Le sigle sindacali FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL si mobilitano e, con il supporto del prefetto di Brindisi (keyword: prefetto di Brindisi), puntano a evitare un collasso industriale e sociale. Riunioni urgenti sono state programmate sia a livello locale che nazionale, coinvolgendo governo, istituzioni e aziende in una serie di incontri cruciali per il futuro del settore chimico.
Dismissione di Eni Versalis e preoccupazioni sindacali
L’incontro odierno, convocato con estrema sollecitudine dal prefetto di Brindisi, Luigi Carnevale, ha visto la partecipazione dei segretari generali di FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL, rispettivamente Antonio Frattini, Marcello De Marco e Carlo Perrucci, accompagnati dai segretari confederali di CGIL CISL UIL, Massimo Di Cesare, Antonio Baldassarre e Fabrizio Caliolo. Al centro della discussione, la forte preoccupazione per l’annunciata fermata definitiva dell’impianto Cracking di Brindisi, che rischia di provocare ripercussioni devastanti non solo per i lavoratori di Eni Versalis, ma anche per quelli di Lyondell Basell e di altri impianti collegati al sito.
La dismissione dell’impianto Cracking rappresenta un duro colpo per l’intero comparto, con conseguenze dirette per oltre 1500 lavoratori tra occupazione diretta e indotto. La situazione risulta ulteriormente aggravata dal contesto più ampio di crisi industriale, che include anche la dismissione della centrale di Cerano nel contesto del processo di decarbonizzazione, una transizione che non risparmia il territorio di Brindisi.

Mobilitazione sindacale e incontri decisivi in programma
La risposta sindacale non si è fatta attendere. Dopo aver dichiarato lo stato di agitazione e il blocco immediato di tutte le prestazioni straordinarie nei siti di Eni Versalis, i rappresentanti sindacali hanno sollecitato il governo e le istituzioni locali a intervenire con urgenza. Grazie alla pressione esercitata, sono stati finalmente convocati incontri decisivi sia a livello locale che nazionale.
Per il 21 novembre, Eni Versalis ha riconvocato le segreterie nazionali di FILCTEM FEMCA e UILTEC per approfondire il Piano Industriale, considerato finora insufficiente e carente in termini di dettagli occupazionali e di tempistiche. La necessità di una maggiore chiarezza su questi aspetti è cruciale per garantire la sopravvivenza dell’intera filiera della chimica in Italia.
Inoltre, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fissato due incontri nazionali nella prima settimana di dicembre: il 3 e il 5 dicembre. Il primo incontro sarà specificamente dedicato alla situazione del piano strategico di Eni Versalis, mentre il secondo affronterà la problematica più ampia della chimica di base, un tavolo di confronto sollecitato più volte dalle parti sindacali. La riunione del 5 dicembre rappresenta un passaggio cruciale per il futuro della chimica italiana, una delle filiere strategiche per l’economia nazionale, particolarmente nel contesto della crisi di Brindisi.
La crisi di Lyondell Basell e altri focolai di crisi
La crisi industriale a Brindisi non si limita a Eni Versalis. Un altro nodo critico è rappresentato dalla situazione di Lyondell Basell, che ha recentemente annunciato la chiusura dell’impianto P9T e 47 licenziamenti collettivi per cessazione attività. In questo caso, le sigle sindacali FILCTEM, FEMCA e UILTEC, insieme a ARPAL Puglia, sono riuscite a evitare il peggio grazie al ricorso alla Cassa Integrazione e all’adozione di soluzioni alternative, come prepensionamenti, esodi incentivati e trasferimenti a Ferrara. Tuttavia, la situazione rimane fragile e la preoccupazione per il futuro dell’azienda è ancora elevata.
Non meno preoccupante è la situazione di Euroapi, che ha gestito una riorganizzazione e un ammodernamento impiantistico attraverso il ricorso alla Cassa Integrazione. Ad aggravare ulteriormente la situazione, la decisione dell’azienda di mettere sul mercato lo stabilimento di Brindisi, una mossa che getta un’ulteriore ombra sul futuro industriale del territorio.

L’impegno del prefetto e le prossime tappe
Il prefetto Luigi Carnevale, a seguito dell’incontro, si è impegnato a trasferire al governo centrale le istanze e le preoccupazioni emerse, sottolineando le possibili gravi conseguenze per il territorio di Brindisi. La fermata dell’impianto Cracking non è solo una questione locale, ma una questione di rilevanza nazionale. La perdita di posti di lavoro e la dismissione di impianti chiave rischiano di compromettere non solo il tessuto industriale locale, ma anche la competitività della chimica italiana nel contesto europeo.
Le prossime settimane saranno dunque decisive. Gli incontri previsti con Eni Versalis e con il governo rappresentano un’opportunità fondamentale per delineare un futuro diverso, che possa garantire gli assetti industriali del territorio e tutelare i livelli occupazionali. Le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL, insieme alle categorie FILCTEM, FEMCA e UILTEC, hanno ribadito la loro massima attenzione sulla vicenda e non escludono ulteriori mobilitazioni qualora le risposte non fossero adeguate.
La lotta per il futuro della chimica a Brindisi
Il comparto chimico di Brindisi è ad un bivio. Da una parte la necessità di una riconversione ecologica e di una riorganizzazione industriale che tenga conto delle nuove sfide del mercato globale, dall’altra la necessità di salvaguardare l’occupazione e garantire una prospettiva di sviluppo per il territorio. Le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane saranno cruciali per determinare il futuro del petrolchimico e delle famiglie dei 1500 lavoratori che rischiano di perdere il lavoro.
CGIL, CISL e UIL insieme a FILCTEM, FEMCA e UILTEC sono pronte a continuare la loro battaglia per garantire la sicurezza occupazionale e un futuro stabile per la chimica in Italia. La chimica è un settore strategico per il Paese e per il di Brindisi. Il capoluogo messapico non può permettersi di perdere questo patrimonio industriale e umano.