Tute extraveicolari e voli parabolici, il futuro dell’aerospazio in Puglia passa dall’Istituto Carnaro grazie al DTA
di Antonio Portolano
BRINDISI – Tute extraveicolari e voli parabolici. «L’allunaggio» degli astronauti Roberto Vittori e Danny Olivas – due leggende viventi – all’Istituto Tecnico “Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi” di Brindisi trasforma un momento di studio in una «giornata stellare». La scuola diventa un ponte tra la Terra e lo spazio, accogliendo due protagonisti della storia dell’esplorazione spaziale. L’evento “Oltre i confini” ha infiammato l’entusiasmo degli studenti, che si sono immersi nel racconto delle loro imprese spaziali e nel futuro dell’industria aerospaziale pugliese. Un futuro che non è più solo sogno, ma una realtà fatta di tecnologia, innovazione e opportunità.

Chi è Roberto Vittori: un pilota tra Shuttle e Soyuz
«Se non siamo pronti a competere con idee geniali come quelle di Elon Musk, possiamo sederci e guardare la televisione». Con questa frase diretta e provocatoria, Roberto Vittori ha acceso l’entusiasmo e la curiosità degli studenti dell’Istituto Tecnico “Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi” di Brindisi. L’evento «Oltre i confini» è stata l’occasione perfetta per ispirare le nuove generazioni, immergendole nel racconto di una carriera straordinaria tra aviazione, spazio e innovazione.
Un sogno che ha preso il volo
Da bambino, Roberto Vittori sognava di diventare ricercatore e studiare l’antimateria, ma la vita lo ha portato verso i cieli. Dopo aver frequentato l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, è diventato pilota collaudatore dell’Aeronautica Militare Italiana, ottenendo il brevetto di volo negli Stati Uniti. Tuttavia, non si è mai fermato, continuando a formarsi per spingersi oltre i limiti della Terra.
Nel 1998, l’Agenzia Spaziale Italiana lo ha selezionato come astronauta, aprendogli le porte dell’ESA e della NASA. Da quel momento ha intrapreso un percorso che lo ha portato tre volte nello spazio, volando sia sulla capsula russa Soyuz che sullo Space Shuttle americano. «Ogni missione è stata un’opportunità unica di crescita, un viaggio che mi ha permesso di superare me stesso e contribuire al progresso scientifico» ha raccontato ai ragazzi del Carnaro.
Le missioni spaziali: tra Soyuz e Shuttle
La sua prima missione, Marco Polo (2002), lo ha portato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo della Soyuz, segnando il primo grande passo nella sua carriera da astronauta. Nel 2005 è tornato in orbita con la missione Eneide, sempre a bordo della capsula russa. Ma è nel 2011 che ha vissuto una delle esperienze più straordinarie della sua vita spaziale: la missione STS-134 dello Space Shuttle Endeavour. Durante questa missione, Vittori ha avuto il compito di installare il Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-02), uno strumento scientifico destinato a esplorare l’universo e i suoi misteri.

«Quando sei nello spazio e guardi la Terra da 400 km di altezza, tutto assume una prospettiva diversa. Vedi il pianeta come un’unica casa per l’umanità e capisci quanto sia importante preservarlo» ha detto con emozione. Ha poi descritto agli studenti le difficoltà di vivere in microgravità, l’adattamento a un ambiente estremo e la precisione richiesta in ogni operazione.
Il messaggio ai giovani: il futuro dello spazio è nelle vostre mani
Roberto Vittori ha sottolineato l’enorme potenziale del settore aerospaziale e le opportunità che offre ai giovani. «Essere astronauta non è solo un sogno, è un obiettivo che si può raggiungere con impegno, passione e determinazione. Oggi il settore spaziale sta vivendo una rivoluzione: stiamo tornando sulla Luna e progettando missioni su Marte. Servono nuove menti brillanti per affrontare queste sfide».

Durante l’incontro ha poi parlato del ruolo crescente dell’Italia nel panorama spaziale e delle collaborazioni con realtà internazionali come la NASA e SpaceX. Ha evidenziato anche il contributo della Puglia, che con il Distretto Tecnologico Aerospaziale e lo spazioporto di Grottaglie, si sta affermando come un polo di innovazione e sviluppo nel settore.
«Chi vuole entrare nel mondo aerospaziale deve credere in se stesso e non smettere mai di studiare. C’è bisogno di ingegneri, tecnici, ricercatori, controllori di volo e innovatori. Le opportunità sono tante, bisogna solo avere il coraggio di coglierle» ha detto, lasciando negli studenti un entusiasmo palpabile.
Un evento che ha lasciato il segno
L’incontro con Roberto Vittori non è stato solo una lezione sullo spazio, ma una lezione di vita. I ragazzi lo hanno sommerso di domande, curiosi di conoscere ogni dettaglio della sua esperienza. L’entusiasmo era tangibile, merito anche della preside Lucia Portolano e dell’impegno dell’istituto Carnaro nel portare ai propri studenti eventi di altissimo livello. «Il futuro dell’esplorazione spaziale si scrive oggi, e voi potete essere i protagonisti di questa straordinaria avventura» ha concluso Vittori, salutando una platea di giovani con lo sguardo già rivolto verso il cielo.

Danny Olivas: il riparatore dello Shuttle, un vero Skywalker
Danny Olivas, astronauta della NASA, è conosciuto per una delle operazioni più difficili mai condotte nello spazio: la riparazione della copertura termica dello Shuttle Atlantis durante la missione STS-117 del 2007. Con cinque EVA (attività extraveicolari) all’attivo, Olivas è stato un pioniere nelle tecniche di riparazione in orbita. «Camminare nello spazio è l’esperienza più surreale che si possa immaginare. Sei solo con l’universo, con il pianeta sotto di te e il vuoto intorno», ha raccontato con emozione. L‘ingegnere e astronauta della NASA, ha lasciato a bocca aperta gli studenti dell’Istituto Tecnico “Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi” di Brindisi. L’evento «Oltre i confini» ha portato nella scuola uno dei protagonisti della moderna esplorazione spaziale, colui che ha riparato lo Shuttle in orbita e che oggi racconta la sua straordinaria esperienza per ispirare le nuove generazioni.
La missione impossibile: riparare lo Shuttle nello spazio
Danny Olivas, ingegnere aerospaziale con un dottorato in Scienza dei Materiali, è entrato nel corpo astronauti della NASA nel 1998. Nel corso della sua carriera ha preso parte a due missioni a bordo dello Space Shuttle: STS-117 (2007) e STS-128 (2009). La prima missione lo ha visto protagonista di un’operazione senza precedenti: la riparazione della copertura termica dello Shuttle Atlantis mentre era in orbita. Un danno potenzialmente fatale alla navetta minacciava il rientro a Terra dell’equipaggio, e Olivas, con una missione extraveicolare complessa e delicata, riuscì a ripristinare la protezione termica della navetta, evitando una tragedia.
Durante la missione STS-128, ha svolto tre attività extraveicolari per la manutenzione del modulo europeo Columbus sulla ISS. Olivas ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra e dell’ingegneria di precisione nelle missioni spaziali: «Niente nello spazio è lasciato al caso. Ogni bullone, ogni cavo, ogni decisione devono essere perfetti».
Le tute spaziali: un’armatura per gli eroi del cosmo
Olivas ha spiegato agli studenti del Carnaro le incredibili sfide delle attività extraveicolari. «Indossare una tuta spaziale è come indossare un’astronave in miniatura. Ti protegge dal vuoto, dalle radiazioni e dalle temperature estreme, ma ogni movimento diventa faticoso». Ha raccontato di come la temperatura all’esterno della ISS possa oscillare tra i -200°C all’ombra e i +250°C sotto il Sole, rendendo vitale il sistema di termoregolazione della tuta.
«Dentro la tuta, il nostro corpo è raffreddato con un sistema a circolazione di acqua. Ogni dettaglio è studiato per permetterci di lavorare in sicurezza, perché nello spazio, anche il più piccolo errore può essere fatale».

Ha poi parlato delle future sfide tecnologiche nella progettazione delle nuove tute per le missioni lunari e marziane: «Stiamo sviluppando tute più flessibili, leggere e resistenti alla polvere lunare, una delle sfide più complesse che dovremo affrontare nel ritorno sulla Luna e i viaggi su Marte. A proposito della superficie lunare una curiosa rivelazione: occorrono stivali differenti rispetto a quelli utilizzati in navetta perché la temperatura del suolo lunare scende al di sotto di 200 gradi e quindi gli astronauti devono proteggersi. Per ogni tipo di missione da compiere occorre una tutta differente che possa consentire all’astronauta di svolgere ogni missione in sicurezza. Quando sei nello spazio occorre una grande concentrazione e una grande calma – ha confidato al cronista – ogni errore, ogni esitazione potrebbe essere fatale. Occorre un mindset positivo e non farsi prendere mai dalla paura».

Il messaggio ai giovani: lo spazio ha bisogno di voi
Danny Olivas ha spronato gli studenti a credere nei propri sogni e a intraprendere carriere nel settore aerospaziale. «Il futuro dello spazio è già iniziato. Missioni su Marte, basi lunari, turismo spaziale. Tutto questo diventerà realtà nei prossimi decenni e serviranno ingegneri, scienziati, piloti e tecnici. Il mondo ha bisogno di nuove menti brillanti». A Grottaglie «stiamo testando le tecnologie del futuro. I voli parabolici ci permettono di simulare la microgravità e preparare astronauti e attrezzature alle condizioni estreme dello spazio».

Giuseppe Acierno e il sogno pugliese dell’aerospazio
Giuseppe Acierno, presidente del Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA), ha illustrato agli studenti come la Puglia sia passata in due decenni da un territorio marginale nel settore aerospaziale a un punto di riferimento nazionale e internazionale. «Il nostro lavoro è stato costruire un ecosistema capace di attrarre investimenti e talenti. Lo spazioporto di Grottaglie è una realtà, così come la collaborazione con aziende di calibro internazionale. Oggi siamo pronti a testare voli parabolici e a sviluppare nuove tecnologie», ha affermato Acierno.
In questi vent’anni il DTA ha consolidato la sua posizione, supportando start-up innovative e creando sinergie con centri di ricerca di livello mondiale. L’ESA BIC (Business Incubation Centre) della Puglia, a Brindisi, è uno dei poli chiave in Italia per lo sviluppo di nuove tecnologie spaziali.
«Vent’anni fa parlare di spazioporto a Grottaglie sembrava fantascienza. Oggi è una realtà». Il suo messaggio è stato chiaro: la Puglia è ormai una regione chiave nell’industria aerospaziale e le opportunità per i giovani sono immense.

Un cammino di vent’anni verso lo spazio
Giuseppe Acierno ha ripercorso con orgoglio il lungo cammino che ha portato la Puglia a diventare un hub di innovazione aerospaziale. «Abbiamo costruito un ecosistema che oggi dialoga con le più grandi realtà mondiali. SpaceX, ESA, NASA: la Puglia è protagonista e non più semplice spettatrice del progresso».
La Rea di Fasano, ad esempio, sta sviluppando nuove tute extraveicolari, una versione avanzata della tuta spaziale che consente agli astronauti di operare in diversi ambienti senza dover ogni volta cambiarla. Per ogni tipo di lavoro da svolgere nello spazio, un astronauta ha bisogno della giusta tuta spaziale. Le tute extraveicolari consentono una maggiore libertà di movimento e comunicazione con la base.
Il messaggio ai giovani: prepararsi a un futuro di opportunità
Acierno ha rivolto un messaggio diretto agli studenti del Carnaro, sottolineando le innumerevoli possibilità che il settore aerospaziale offre. «Abbiamo bisogno di ingegneri, tecnici, progettisti, esperti di dati spaziali e specialisti in robotica. Il mondo dello spazio non è più qualcosa di inaccessibile: è un settore in espansione e voi potreste essere i prossimi protagonisti».

L’incontro si è concluso con una riflessione sul ruolo della formazione e dell’istruzione tecnica. «Scuole come il Carnaro sono fondamentali per formare i professionisti del domani. La preside Lucia Portolano ha creato un ambiente che avvicina gli studenti alle eccellenze della ricerca e dell’innovazione». Giuseppe Acierno ha lasciato il palco tra gli applausi, consapevole di aver acceso una scintilla nei giovani presenti. Il futuro dell’aerospazio passa anche dalla Puglia, e chi oggi studia potrebbe essere, domani, parte di questa incredibile rivoluzione.
L’inchiesta di Gioffredi e il panorama aerospaziale pugliese
Il “Nuovo Quotidiano di Puglia”, con un’inchiesta curata da Francesco Gioffredi, ha rivelato come diverse aziende pugliesi siano già attori chiave nel settore aerospaziale. La collaborazione con SpaceX di Elon Musk è solo uno degli esempi di come il distretto aerospaziale pugliese stia attirando l’attenzione mondiale.
L’inchiesta ha evidenziato il ruolo strategico del DTA pugliese, che vede il coinvolgimento di aziende leader nella componentistica aerospaziale, nella produzione di materiali avanzati e nelle sperimentazioni di volo.

Un evento che ha acceso la passione per lo spazio
L’evento al Carnaro non è stato solo un incontro con astronauti, ma un’esperienza che ha lasciato il segno. L’evento ha visto la partecipazione della professoressa Caterina Ciminelli, ordinaria di Elettronica al Politecnico di Bari, che ha illustrato le opportunità offerte dai corsi di ingegneria aerospaziale e dalle numerose start-up pugliesi attive nel settore. «L’innovazione e la ricerca sono la chiave per far crescere il comparto aerospaziale pugliese e creare nuove opportunità di lavoro per i giovani» ha affermato.

Gli studenti hanno assediato Vittori e Olivas con domande, dimostrando un entusiasmo travolgente. Merito anche della visione della preside Lucia Portolano, che guida un istituto capace di portare ai suoi studenti esperienze formative uniche. «L’innovazione nella scuola passa attraverso eventi come questo, che avvicinano i ragazzi a realtà di eccellenza», ha sottolineato la preside.
Il futuro dello spazio si scrive anche in Puglia, e i giovani di oggi potrebbero essere gli astronauti, gli ingegneri e gli scienziati di domani. Grazie a iniziative come questa, il sogno dell’aerospazio è più vicino che mai.