Straordinaria notte di Ferragosto a Castrignano de’ Greci, al concerto di Manu Chao c’erano oltre 30mila persone
Il Comune della Grecìa salentina un modello di best practice: realizza un evento culturale a costo zero per l’Ente e gratuito per tutti, con una gestione perfetta anche dell’ordine e della sicurezza pubblica di fronte all’affluenza di un pubblico pari dieci volte alla popolazione. Quando la cultura e i valori diventano un generatore di economia e di immagine senza pari.

di Antonio Portolano
CASTRIGNANO DE’ GRECI (LECCE) – Quando la cultura e i valori diventano un generatore di economia e di immagine senza pari, a costo zero per un Ente pubblico. Un esempio?
Il «Kascignana Festival», che ha regalato a oltre trentamila persone, lo straordinario concerto di Manu Chao nella serata di Ferragosto, a Castrignano de’ Greci.
Spesso, dopo eventi di questa portata, ci si concentra sull’esito della performance dell’artista e si è portati a non considerare quanto lavoro e pianificazione vi siano dietro.
Sono degni di lode e menzione invece il prezioso lavoro svolto dagli organizzatori per rendere fruibile un evento di eccezionale portata, peraltro unica tappa pugliese, dell’artista noto in tutto il mondo José-Manuel Thomas Artur Chao, che si è esibito sul palco accompagnato dall’argentino Lucky Salvadori alla chitarra e Miguel Rumbao al bongo. Nelle tappe in Puglia, Sicilia e Calabria ad affiancare Manu Chao ci sono anche i salentini Gabriele Blandini e Gianluca Ria.

L’occasione dell’evento – a cui ho partecipato e per cui ringrazio per l’accoglienza il sindaco Roberto Casaluci e il vice Paolo Paticchio in rappresentanza della comunità castrignanese (amministratori che non ho mai avuto il piacere di conoscere personalmente e con cui non ho alcun tipo di legame), insieme con gli altri organizzatori: «Arci Solidarietà Lecce cooperativa sociale» e Unione della Grecìa Salentina, che hanno ideato la serata nell’ambito del progetto «Borgo del Contemporaneo» – mi offre lo spunto di alcune personalissime riflessioni che rispondono ad alcune domande.
La risposta al dilemma è: «Si può fare»
Può un Comune di poco più di 3mila anime costruire un evento culturale della portata tale da richiamare l’attenzione di un pubblico pari a 10 volte la sua popolazione?

E può un Comune di 3mila anime – le cui casse non saranno il famigerato pozzo di San Patrizio – costruire un evento con un artista di livello internazionale a costo zero, o quasi, per l’Amministrazione? E per giunta anche gratuito per oltre trentamila persone che arrivano da ogni dove?
E ancora può un Comune di 3mila anime essere pronto a reggere uno stress test di tale portata riuscendo a governare l’impatto di un afflusso di gente così importante facendo in modo che non ci siano problemi sul fronte dell’ordine e della sicurezza pubblica, del traffico, dei parcheggi, dell’accoglienza?
E infine può un Comune generare economie importanti per il territorio e un ritorno di immagine eccezionale puntando sulla cultura e sui valori come la solidarietà, l’accoglienza, la tolleranza e la pace?
La risposta è… «Sì, assolutamente sì. Si può fare».
Un «case study» per amministratori
Proprio per questo motivo il «Kascignana Festival» può rappresentare una sorta di «case study», un modello da replicare magari in altre forme e che può essere d’esempio anche per altri amministratori locali i quali, dietro la scusa «non ci sono soldi nelle casse comunali», trovano un apparentemente valido alibi per giustificare inadeguatezza e/o inefficienza nel trovare soluzioni valide. E spesso privando le proprie comunità non solo di eventi culturali, ma anche di vere e proprie occasioni di generare economie e nuove forme di sviluppo.

Come si fa un concerto gratuito?
A spiegare la formula vincente sono stati, in una nota ufficiale di presentazione, gli stessi organizzatori. «Il Kascignana Festival – hanno spiegato – è una delle azioni del macro progetto “Borgo del Contemporaneo”, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, con un’apertura sul borgo per le arti contemporanee, sostenibile e inclusivo teso a valorizzare la tradizione grika come ponte di dialogo e confronto internazionale».
E hanno aggiunto: «Dopo il successo dello scorso anno con i Planet Funk e Meg, nell’edizione più partecipata di sempre, il concerto del 15 agosto del Kascignana mira ad essere il momento conclusivo di un percorso fatto di arte, incontri e musica. Sarà proprio Manu Chao, con il suo ritmo travolgente, a coronare la nuova edizione. Diritti, pace e fratellanza: i testi dell’artista contemplano la stessa direzione di un festival che da anni punta lo sguardo su temi che abbracciano l’accoglienza e la solidarietà. La stessa visione che, negli anni, i numerosi artisti che si sono susseguiti sul palco del Kascignana Festival hanno racchiuso: da Lo Stato Sociale ai Modena City Ramblers, passando per Subsonica, Zen Circus e Marlene Kuntz».

Il modello «Unione della Grecìa Salentina»
Del resto Castrignano de’ Greci fa parte della «Unione della Grecìa Salentina», quei Comuni che sono la culla, insieme con Melpignano ad esempio, della «Notte della Taranta», evento che ha portato il Salento agli onori della cronaca in tutto il mondo. E non si tratta solo di un modello vincente di marketing territoriale, ma di un modello di sviluppo del territorio basato sulla cultura e sui valori che diventa generatore di economie e diventa «industria».
Il concerto è stato un trionfo «Popò-Popò-Popopopoporo-Popò»
Il concerto di Manu Chao e dei musicisti che lo hanno accompagnato è stato ovviamente un successone strepitoso. Il fondatore dei «Mano Negra», che non ha bisogno di presentazioni, non si è risparmiato proponendo un vasto repertorio con incursioni anche nei successi del passato. Da artista eclettico e perfetto «animale da palcoscenico» ha giocato con oltre trentamila persone che hanno ballato e cantato su ogni nota dando vita ad una atmosfera magica nella notte di Ferragosto ai Giardini Unicef «Alan Kurdi».

E alla fine di una serata di grande spettacolo, tutti gli spettatori sono rientrati tranquillamente nei luoghi di loro provenienza, fischiettando il tormentone che il genio Manu Chao ha «reinventato» – il ritornello della colonna sonora di Fiorenzo Carpi del film capolavoro Pinocchio, diretto da Luigi Comencini -: «Popò-Popò-Popopopoporo-Popò», «Popò-Popò-Popopopoporo-Popò», grazie «Kascignana».