Il ritorno del lupo nel Salento: convivenza e opportunità ecoturistiche per valorizzare la biodiversità locale e lo sviluppo sostenibile
CALIMERA (LECCE) – Il lupo torna protagonista nel Salento, un territorio che lo sta riaccogliendo grazie a una serie di iniziative volte a garantire la convivenza pacifica e la protezione di questa specie. Durante l’evento “Hic Sunt Lupi (HSL): studio, monitoraggio e gestione del lupo nel territorio salentino”, tenutosi a Calimera presso il Museo di Storia naturale del Salento, è stato presentato un nuovo progetto volto a monitorare e gestire la presenza del lupo, attraverso la collaborazione tra istituzioni e comunità locali.
Monitoraggio e gestione: il progetto Hic Sunt Lupi
Il progetto Hic Sunt Lupi (HSL), nato dalla collaborazione tra l’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia, il CNR – IRET di Lecce e il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” dell’Università di Roma Sapienza, mira a monitorare la popolazione di lupi nel Salento, garantendo allo stesso tempo una convivenza sicura con i cittadini. Durante l’evento, alla presenza dell’assessora regionale Serena Triggiani, è stata distribuita una nuova cartellonistica informativa nei parchi e nelle aree naturalistiche per sensibilizzare la popolazione e fornire indicazioni pratiche su come comportarsi in caso di incontro con un lupo.

Cartellonistica e informazione per una convivenza sicura
La cartellonistica, diffusa in versione rigida e cartacea, è una delle prime azioni pratiche del progetto. L’obiettivo è educare cittadini e turisti a comportamenti corretti per evitare incidenti e gestire la presenza del lupo senza compromettere la sicurezza pubblica. L’assessora Triggiani ha sottolineato l’importanza della convivenza con una specie che, sebbene richieda attenzione e gestione, rappresenta una risorsa ecologica e turistica per il Salento.
«Raccontiamo oggi i primi importanti risultati – ha dichiarato l’assessora – e le azioni che stiamo mettendo in campo per sensibilizzare cittadini, turisti e agricoltori a una convivenza sicura e consapevole con una specie che rappresenta una ricchezza per i nostri territori, per gli agro-ecosistemi, ma che, naturalmente, richiede anche un’attenta capacità gestionale nella protezione dei bestiami».
Monitoraggio scientifico e analisi genetica
Il progetto HSL prevede un’ampia attività di monitoraggio, con la distribuzione di fototrappole sul territorio per osservare e studiare i comportamenti della specie. Inoltre, l’analisi delle fatte (escrementi) permette di comprendere meglio la dieta alimentare del lupo, mentre le analisi genetiche servono a identificare eventuali ibridazioni, una questione cruciale per la conservazione della specie pura.
L’iniziativa mira a proporre un piano di gestione adeguato, basato su studi scientifici dettagliati e un’ampia collaborazione tra i vari attori sociali, istituzionali ed economici coinvolti, tra cui enti gestori dei parchi, associazioni animaliste, carabinieri forestali e allevatori.

Coinvolgimento delle comunità locali e degli allevatori
Uno degli aspetti più importanti del progetto è il dialogo e la collaborazione con le comunità locali e le categorie coinvolte, come allevatori e agricoltori. L’obiettivo è fornire strumenti e conoscenze per ridurre i conflitti e promuovere pratiche agricole sostenibili e sicure. Gli allevatori, ad esempio, saranno supportati nell’adozione di misure preventive per la protezione del bestiame, sfruttando l’esperienza di associazioni di categoria e delle istituzioni locali.
I responsabili scientifici del progetto hanno spiegato che la convivenza con il lupo, regolata da leggi che proteggono la specie, richiede l’adozione di buone pratiche che possono prevenire conflitti e danni. «Il lupo è abbastanza intelligente da essere “educabile” attraverso i nostri corretti atteggiamenti – hanno dichiarato i ricercatori – ad esempio, disporre correttamente i rifiuti ed evitare di lasciare attrattori vicino alle abitazioni può ridurre notevolmente le possibilità di avvistamenti ravvicinati».
Un’opportunità ecoturistica per il Salento
Oltre alla conservazione e gestione del lupo, il progetto HSL punta a valorizzare la presenza del lupo anche dal punto di vista turistico. L’ecoturismo è infatti uno dei settori turistici in più rapida crescita a livello globale, e il lupo, simbolo di biodiversità, può diventare un elemento di attrazione e di valorizzazione per il territorio salentino.
I ricercatori hanno sottolineato l’importanza di promuovere un ecoturismo sostenibile, capace di generare benefici economici diretti per le comunità locali, ma senza compromettere la conservazione della specie. «Il lupo, presente nello stemma della città di Lecce, rappresenta un patrimonio storico e naturale che va tutelato e valorizzato – hanno spiegato – e il nostro progetto mira a creare sinergie con i professionisti del turismo per sviluppare un’offerta che promuova la biodiversità e la sostenibilità ambientale».

Il futuro del progetto HSL
Il progetto Hic Sunt Lupi rappresenta un importante passo avanti per il Salento e per la Regione Puglia, che sta investendo in uno sviluppo sostenibile e in un dialogo costruttivo tra conservazione della natura e attività umane. L’assessora Triggiani ha concluso ringraziando il team scientifico e tutti gli attori coinvolti per l’impegno e il lavoro svolto, auspicando che i risultati e i contributi delle prossime fasi del progetto possano garantire una convivenza equilibrata e positiva tra l’uomo e il lupo nel territorio salentino.

I protagonisti dell’incontro: esperti e istituzioni a confronto
All’incontro, oltre all’assessora Triggiani, hanno preso parte la dirigente Servizio Parchi e tutela della biodiversità Regione Puglia, Caterina Di Bitonto, e i componenti del team di progetto Francesco Cozzoli (CNR-IRET), Francesco De Leo (CNR-IRET), Ilaria Rosati (CNR-IRET), Paolo Colangelo (CNR-IRET), Emiliano Mori (CNR-IRET), Emanuela Solano (CNR-IRET) e Paolo Ciucci (Università degli Studi di Roma Sapienza). L’evento, molto partecipato, ha visto la presenza di enti gestori dei parchi, associazioni a tutela degli animali, servizio veterinario dell’Asl, associazioni di categoria agricole e allevatori, carabinieri forestali, guardie eco zoofile, guide ambientali escursionistiche e altri attori sociali e istituzionali facenti parte del network che il progetto ha attivato.