Un’antica civiltà risalente a oltre 3.000 anni fa. La storia di un sito archeologico eccezionale, l’unico attivo nel Mediterraneo
di Antonio Portolano
BRINDISI – A svelare un segreto nascosto sotto la sabbia per oltre 3.000 anni, nel 2019, fu una violenta mareggiata che si abbatté lungo la costa della riserva naturale di Torre Guaceto. Quattro tombe emersero improvvisamente, portando alla luce una necropoli risalente alla tarda età del Bronzo. La casualità della scoperta lasciò sbalorditi gli archeologi, che subito compresero l’importanza di quel ritrovamento.

2019: Sulle tracce di un tesoro eccezionale
Le prime tombe, urne cinerarie coperte da ciotole di ceramica e accompagnate da oggetti in bronzo e ambra, contenevano i resti cremati di uomini e donne vissuti in tempi remoti. Il mare aveva eroso la sabbia che le aveva nascoste per millenni, portando alla luce un complesso funerario di straordinaria importanza. Gli archeologi avviarono subito un’indagine preliminare, confermando che si trattava di una necropoli della tarda età del Bronzo, utilizzata tra il XIV e l’XI secolo a.C.

2021: L’inizio degli scavi sistematici e le prime rivelazioni
Nel 2021, grazie al supporto del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e sotto la guida del professor Teodoro Scarano, docente di archeologia presso l’Università del Salento, iniziarono gli scavi sistematici. In collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, il team di archeologi cominciò a mappare la necropoli, ampliando l’area di scavo per cercare altre tombe.

La campagna del 2021 portò alla luce 15 nuove tombe, elevando il numero totale a 19. Ogni urna conteneva non solo i resti cremati di individui, ma anche una ricca serie di oggetti di corredo funerario: spilloni in bronzo, bracciali e ciotole decorate. Questi oggetti, ritrovati accanto alle urne, raccontavano la storia di un popolo che attribuiva grande importanza ai riti funebri. Le ciotole, spesso utilizzate per coprire le urne, simboleggiavano il rispetto per il defunto, mentre gli ornamenti in bronzo rappresentavano lo status sociale dei sepolti.

Tra i ritrovamenti più significativi vi erano anche resti di strutture in legno che probabilmente servivano come segnacoli per indicare le tombe. Questi segni visibili suggeriscono che la necropoli non fosse solo un luogo di sepoltura, ma un’area sacra, visitata regolarmente dai vivi per onorare i loro defunti. Gli archeologi hanno iniziato a comprendere che questo sito poteva essere molto più grande di quanto si pensasse inizialmente.
2022: La necropoli si espande, altre 20 tombe
La campagna del 2022 ha confermato le ipotesi di una necropoli molto più vasta e complessa. Gli scavi hanno rivelato altre 20 tombe, portando il numero complessivo a 35. Ogni nuova tomba scovata nella sabbia ha aggiunto ulteriori dettagli alla vita e ai riti funerari di questa antica popolazione.

Alcune delle nuove tombe presentavano corredi particolarmente ricchi, con ornamenti in bronzo e frammenti di ambra, suggerendo che questi individui ricoprivano un ruolo importante nella società. L’ambra, materiale raro e prezioso proveniente dall’Europa settentrionale, indicava l’esistenza di contatti commerciali tra la comunità di Torre Guaceto e altre civiltà del Mediterraneo e oltre. La presenza di tali materiali esotici ha rivelato che questa popolazione non era isolata, ma faceva parte di un complesso sistema di scambi e interazioni con altre culture.

Le urne cinerarie ritrovate in questa fase erano spesso accompagnate da oggetti simbolici, come ciotole utilizzate per versare offerte o per contenere liquidi durante le cerimonie funebri. Gli archeologi hanno suggerito che questi rituali potevano includere banchetti commemorativi, dove i vivi bevevano e mangiavano in onore dei defunti.
2023: la tomba di un uomo di rango e la birra dell’età del Bronzo
Nel 2023, gli scavi hanno portato a una scoperta straordinaria: la tomba di un uomo di alto rango, identificata grazie al ritrovamento di un rasoio bitagliente in bronzo, simbolo di prestigio e autorità. Il rasoio, usato probabilmente come strumento cerimoniale, indicava che il defunto era una figura di rilievo all’interno della comunità. Questa scoperta ha permesso agli archeologi di comprendere meglio la struttura sociale della comunità di Torre Guaceto, che doveva avere al suo interno ruoli ben definiti e gerarchie sociali.

Ma la scoperta più affascinante è arrivata quando i vasi trovati accanto ad alcune urne sono stati sottoposti ad analisi chimiche. Le analisi hanno rivelato tracce di bevande fermentate a base di cereali: una delle prime testimonianze dell’uso di birra nell’età del Bronzo. Gli archeologi hanno ipotizzato che queste bevande venissero utilizzate durante i banchetti funebri, riti collettivi che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell’aldilà. Si tratta di una scoperta rarissima, che getta nuova luce sulle pratiche rituali di quest’epoca remota e sul ruolo simbolico del cibo e delle bevande nelle cerimonie funebri.

Il video della necropoli a cremazione 2023 (by Consorzio di gestione di Torre Guaceto)
2024: le scoperte continuano, raggiunte le 108 tombe
Il 2024 ha segnato un altro anno di scoperte straordinarie. Gli scavi hanno rivelato altre 43 tombe, portando il numero complessivo a 108. Ma tra le scoperte più emozionanti di questa campagna ci sono state due sepolture particolari: i primi cenotafi mai trovati nella necropoli. Si tratta di tombe vuote, dedicate a coloro che sono morti lontano da casa, in battaglia o durante un viaggio, e che non sono mai stati riportati al villaggio per essere sepolti. Queste tombe commemorative offrono un toccante segno dell’importanza della memoria collettiva per questa antica comunità, che onorava anche coloro i cui corpi non erano fisicamente presenti.

Le tecnologie moderne, come la tomografia computerizzata (TAC), hanno permesso di esaminare le urne e i corredi funerari senza danneggiarli, ricostruendo digitalmente le tombe in tre dimensioni. Questi “gemelli digitali” permettono non solo di preservare le informazioni per studi futuri, ma anche di renderle accessibili al pubblico tramite esperienze interattive e virtuali. Le prime analisi TAC, eseguite su urne particolarmente complesse, hanno rivelato la presenza di ornamenti femminili in bronzo, come armille e fibule, che si trovavano a fianco dei resti cremati.

Il video della campagna di scavi archeologici 2023 (by Consorzio di gestione di Torre Guaceto)
La convenzione del 15 ottobre 2024, un nuovo capitolo per la necropoli
Il 15 ottobre 2024, una convenzione storica è stata firmata tra il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, l’Università del Salento, la Asl di Brindisi, l’Isbem e il Cetma. Questa collaborazione multidisciplinare mira a combinare archeologia e tecnologia per proteggere e studiare ulteriormente la necropoli. Grazie all’uso di tecnologie avanzate come la TAC e la creazione di gemelli digitali 3D, sarà possibile esaminare e documentare ogni dettaglio delle urne e dei corredi funerari senza rischi di danneggiare i reperti originali.

Maurizio De Nuccio, direttore generale della Asl di Brindisi, ha dichiarato: «Studiare il passato ci aiuta a capire il futuro. Grazie a queste tecnologie, possiamo approfondire la nostra conoscenza di civiltà antiche, garantendo allo stesso tempo la loro conservazione per le generazioni future».
La soprintendente Francesca Riccio ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione interistituzionale per la tutela e la valorizzazione del sito, definendo il progetto come «un’occasione unica per garantire una conoscenza approfondita della necropoli e del suo contesto, offrendo al pubblico esperienze innovative per esplorare il nostro patrimonio».

Italo Spada direttore del Dipartimento Design e New Media del Cetma ha ribadito come la tecnologia possa rivoluzionare la fruizione del patrimonio archeologico: «Grazie ai modelli 3D, chiunque potrà esplorare virtualmente la necropoli, osservando da vicino reperti antichissimi senza rischiare di danneggiarli. Stiamo creando contenuti digitali accessibili sia agli esperti che al grande pubblico, rendendo la storia di Torre Guaceto viva e fruibile in modo interattivo».
Clicca qui per vedere la diretta della conferenza stampa per la convenzione
Un futuro luminoso per la necropoli, verso un museo e nuove scoperte
Con oltre 108 tombe scoperte e nuove tecnologie a disposizione per studiarle, il futuro della necropoli di Torre Guaceto si preannuncia brillante. Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Gestione, ha annunciato che presto verrà potenziato il laboratorio archeologico della riserva e che verrà realizzato un museo dedicato alle scoperte. «Questo progetto non è solo una scoperta archeologica, ma un’opportunità per far conoscere al mondo il patrimonio culturale e storico che Torre Guaceto custodisce» ha dichiarato Malatesta.

Torre Guaceto, un tesoro di storia e biodiversità
La necropoli di Torre Guaceto è molto più di un sito archeologico. È un autentico tesoro che intreccia la storia di un’antica civiltà con la straordinaria biodiversità di una delle riserve naturali più affascinanti d’Europa. Qui, la natura ha custodito i segreti del passato e continua a proteggerli, offrendo ai visitatori un’esperienza senza eguali. Ogni nuova scoperta aggiunge un tassello alla comprensione della vita e della morte di migliaia di anni fa, mentre la riserva stessa prospera come uno degli ecosistemi più vitali del Mediterraneo.

Visitare Torre Guaceto significa immergersi in un viaggio nel tempo, dove la storia e la natura si fondono in un racconto avvincente.