Il presidente di Confindustria a Brindisi chiede tempi più lunghi per il Pnrr e investimenti strutturali per rilanciare il sistema produttivo
di Antonio Portolano
BRINDISI – «Tempi più lunghi per mettere a terra i fondi del Pnrr, incentivi per le aziende, un piano casa per i lavoratori, decarbonizzazione e nucleare per permettere alle aziende di crescere», queste le priorità per il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, intervenuto a Brindisi in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’associazione degli industriali. Durante l’evento, Orsini ha toccato vari temi cruciali per il rilancio dell’industria italiana, dalla legge di bilancio ai fondi di coesione, passando per le sfide energetiche e industriali del futuro.
Tempi del Pnrr: proroga oltre il 2026 per investire efficacemente
Orsini ha aperto il suo intervento sottolineando la necessità di allungare i tempi per l’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), proponendo una proroga oltre il 2026. «Se non diamo alle aziende il tempo necessario, rischiamo di non sfruttare appieno questa opportunità», ha affermato. Confindustria sta lavorando con altri paesi europei, come Spagna e Germania, per fare pressione sulle istituzioni europee e ottenere un’estensione dei tempi, in modo che gli investimenti possano essere pianificati e realizzati con cura, senza sprechi o accelerazioni dannose.

Decarbonizzazione: una sfida da cogliere per rilanciare Brindisi
Nel contesto dell’assemblea, Orsini ha voluto ribadire l’importanza della decarbonizzazione, facendo riferimento diretto alla centrale Enel di Cerano a Brindisi, che è oggetto di un piano di dismissione e riconversione. «La decarbonizzazione della centrale è una delle sfide più importanti. Dobbiamo farla diventare un’opportunità per Brindisi e per l’intero sistema industriale italiano», ha spiegato. La conversione della centrale, per Orsini, deve essere supportata attraverso ulteriori risorse stanziate nella legge di bilancio, per garantire che il processo sia sostenibile e crei nuove opportunità di lavoro e sviluppo economico per il territorio.
Nucleare di quarta generazione: la svolta necessaria per l’indipendenza energetica
Orsini ha lanciato un appello chiaro sull’energia nucleare, ribadendo la necessità di sviluppare il nucleare di quarta generazione come parte integrante del mix energetico italiano. «Il nucleare di oggi è diverso da quello del passato: parliamo di small modular reactors (smr), impianti sicuri e compatti che possono essere integrati nelle aree industriali esistenti», ha dichiarato. Ha aggiunto che Enel, Ansaldo e Leonardo stanno collaborando per costituire una società che guiderà lo sviluppo di questi impianti, e Confindustria si dice pronta a ospitarli all’interno delle proprie aree industriali, facilitando così la loro implementazione. «Se per un sindaco è difficile individuare una localizzazione adatta, siamo disposti a trovare noi i siti per questi impianti», ha detto, suggerendo la creazione di comunità energetiche per sostenere le aree circostanti.

Il taglio del cuneo fiscale e la legge di bilancio: più potere d’acquisto per i lavoratori
Orsini ha poi discusso della legge di bilancio, evidenziando l’importanza di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori delle imprese italiane. «È fondamentale garantire ai dipendenti delle nostre aziende una maggiore capacità di spesa, che a sua volta stimola l’economia», ha spiegato. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di politiche abitative sostenibili per attrarre lavoratori da altre regioni e paesi: «Dobbiamo garantire a chi viene a lavorare in Italia una casa dignitosa a un costo accessibile, così che possano costruire qui il loro futuro».
Il piano casa: abitazioni dignitose e accessibili per attrarre lavoratori
Orsini ha posto l’accento anche sulla necessità di un piano casa che possa garantire abitazioni dignitose a costi accessibili, in particolare per attrarre lavoratori qualificati dall’estero e da altre regioni italiane. «È fondamentale creare le condizioni per rendere l’Italia un luogo attrattivo non solo per le imprese, ma anche per i lavoratori che vengono a costruire il loro futuro qui», ha dichiarato. Secondo Orsini, offrire soluzioni abitative sostenibili, sia dal punto di vista economico sia ambientale, è una delle chiavi per mantenere un mercato del lavoro dinamico e competitivo. «Dobbiamo garantire che chi si trasferisce per lavorare possa trovare una casa a un prezzo sostenibile e possa stabilirsi in maniera stabile e sicura, costruendo una vita e una famiglia», ha concluso, indicando l’importanza di politiche abitative integrate con le strategie di sviluppo economico.

Salvaguardare il know-how industriale: no alla delocalizzazione tecnologica
Orsini ha esposto preoccupazioni riguardo alla perdita del know-how tecnologico italiano. Ha sottolineato come la chiusura di impianti e tecnologie in Italia, solo per adottare soluzioni di altri paesi, sia una scelta rischiosa: «L’obiettivo deve essere ridurre le emissioni di CO2, ma senza svendere le nostre tecnologie. Dobbiamo proteggere il nostro know-how e non dipendere da altre economie per le soluzioni tecnologiche». Questa visione, secondo Orsini, è cruciale per preservare la competitività dell’industria italiana e mantenere il controllo sulle filiere produttive strategiche.

Stefano Casoar, presidente dei Giovani imprenditori di Brindisi, scelto da Orsini per il Gruppo tecnico della Transizione Digitale insieme con altri cinque colleghi brindisini
Critiche a Stellantis: investimenti devono rimanere in Italia
Orsini non ha risparmiato critiche a Stellantis per le sue scelte di delocalizzazione. «Non possiamo permetterci che le aziende investano all’estero invece che in Italia, soprattutto dopo il sostegno che abbiamo dato loro», ha affermato. Orsini ha sottolineato che gli investimenti devono essere rivolti a chi crede nella crescita dell’industria italiana, che realizza stabilimenti e produce valore e posti di lavoro sul territorio. «Non ha senso finanziare l’acquisto di auto; dobbiamo sostenere chi investe in produzione e crescita», ha dichiarato in riferimento alla multinazionale automobilistica.
Ires premiale: un incentivo per sostenere la crescita interna
Confindustria propone una revisione dell’Ires per incentivare le imprese italiane a reinvestire i propri utili. «Abbiamo chiesto un’aliquota ridotta al 19% per le aziende che reinvestono almeno il 30% degli utili in tecnologie, macchinari, formazione e welfare», ha dichiarato Orsini. La misura, ha spiegato, servirebbe a patrimonializzare le imprese e a pianificare gli investimenti su un orizzonte di due o tre anni, garantendo maggiore stabilità e crescita. «Questo incentivo fiscale è fondamentale per rendere le nostre imprese più competitive e capaci di rispondere alle sfide globali», ha aggiunto.

Fondi di coesione: una risorsa cruciale per la Puglia
Riguardo ai fondi di coesione, Orsini ha evidenziato la necessità di sbloccare le risorse per sostenere le imprese del Sud Italia e la Puglia in particolare. «I fondi sono fondamentali per il rilancio delle regioni meridionali, in particolare per la Puglia, dove 2.700 aziende aspettano questi finanziamenti per progetti di sviluppo», ha detto. Orsini ha ribadito che un ritardo nella firma dell’accordo tra il governo e la Regione Puglia potrebbe rallentare ulteriormente il rilancio economico della regione e influenzare negativamente le imprese locali.
Semplificazione burocratica e contratti di sviluppo: più efficienza per le imprese
Orsini ha sottolineato l’importanza di semplificare le procedure burocratiche per le aziende italiane. Ha chiesto un approccio integrato e meno frammentato, in cui gli strumenti di finanziamento e gli incentivi siano coordinati per supportare in modo efficiente le attività di ricerca e sviluppo. «I contratti di sviluppo devono essere potenziati e le procedure devono essere snelle per permettere alle aziende di accedere facilmente alle risorse disponibili», ha spiegato, chiedendo che le agevolazioni siano progettate in modo tale da favorire progetti di lungo termine.
Investimenti e transizione 5.0: il futuro dell’industria italiana
Infine, Orsini ha parlato dell’importanza di investire nella transizione 5.0, un concetto che combina digitalizzazione, sostenibilità e innovazione tecnologica. Ha ricordato l’incontro con il ministro Adolfo Urso per discutere di come snellire gli adempimenti burocratici per accelerare l’implementazione di questa transizione. «Abbiamo bisogno di una politica industriale forte e integrata, che permetta alle nostre imprese di essere all’avanguardia e di competere sul mercato globale», ha dichiarato, ribadendo l’importanza di investire nelle infrastrutture logistiche e nei settori strategici per garantire la crescita del paese.

Settore della ceramica: investimenti per la sostenibilità e la competitività
Orsini ha affrontato anche il tema della ceramica, un settore che rappresenta un’eccellenza per l’Italia, ma che deve confrontarsi con le sfide legate alla sostenibilità ambientale e ai costi energetici. «Negli ultimi dieci anni, l’industria della ceramica ha investito 2 miliardi di euro per ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza produttiva, raggiungendo gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2030 già nel 2021», ha spiegato Orsini. Tuttavia, ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto delle normative sugli Ets (Emission Trading System) e ha chiesto che venga garantita una maggiore neutralità tecnologica per evitare che questi sforzi siano vanificati. «Le nostre aziende devono poter continuare a innovare senza subire penalizzazioni economiche ingiustificate, mantenendo la loro posizione di leadership a livello internazionale», ha dichiarato, sottolineando l’importanza di politiche che supportino l’industria a rimanere competitiva anche nel contesto della transizione energetica.