Pesca: scongiurati tagli UE, ossigeno per la flotta pugliese

Una battuta di pesca nel Mar Adriatico vicino alla Puglia, immagine generata con Dall-E

Le nuove misure UE riducono l’impatto sui pescatori italiani e rafforzano la sostenibilità economica delle comunità costiere

Un’importante vittoria per il settore della pesca pugliese: i tagli previsti dalla Commissione Europea sono stati mitigati grazie alle misure adottate dal Consiglio UE Agricoltura e Pesca. Una notizia positiva per un settore che vale 225 milioni di euro e che rappresenta un pilastro economico per le comunità costiere della Puglia.

Risultati positivi per la pesca pugliese

I negoziati europei hanno portato a una riduzione meno severa delle attività di pesca rispetto alle proposte iniziali. «Questo risultato è una boccata d’ossigeno per la flotta italiana, tutelando l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e salvaguardia del tessuto economico delle comunità costiere», ha dichiarato Coldiretti Pesca Puglia.

Un esempio concreto è rappresentato dai gamberi di profondità, viola e rosso, per i quali la riduzione si attesta al 6%, un livello che non avrà un impatto significativo. Per il nasello, la soglia di cattura è stata fissata a 261,5 tonnellate, ben al di sopra delle 215,5 tonnellate inizialmente proposte dalla Commissione. Questa è la prima volta che le misure europee toccano anche la piccola pesca artigianale, il cui sviluppo dovrà essere attentamente monitorato in futuro.

La vivace comunità di pesca lungo la costa pugliese, immagine generata con Dall-E

La flotta pugliese: un settore cruciale per l’economia locale

La flotta pugliese è composta da 1.455 battelli, pari al 12,3% del totale nazionale, e si concentra in aree come Manfredonia, Molfetta, il sud Barese e il Salento. Questi territori sono noti per la pesca di gamberi, scampi e merluzzi, oltre agli allevamenti di spigole, ombrine e orate. Grazie all’attenuazione delle restrizioni, l’intero comparto può continuare a sostenere le economie locali, mantenendo un equilibrio tra tutela dell’ambiente e necessità economiche.

Il problema del pesce straniero

Quasi 8 pesci su 10 presenti sulle tavole italiane provengono dall’estero, spesso senza che i consumatori ne siano consapevoli. La mancanza di un obbligo di indicazione dell’origine nei menu dei ristoranti permette infatti di spacciare per italiano pesce importato, spesso con standard qualitativi inferiori rispetto al prodotto Made in Italy.

Per promuovere scelte più consapevoli, Coldiretti Pesca organizza eventi nei Mercati di Campagna Amica, informando i consumatori sulle caratteristiche del pesce locale e sui benefici di acquistare a chilometro zero.

Un settore in crisi da 30 anni

Il settore ittico italiano è in crisi da tre decenni. Nonostante l’aumento del consumo di pesce, la produzione derivante dalla pesca tradizionale è in calo, mentre quella dell’acquacoltura rimane stabile, incapace di colmare i vuoti di mercato.

Coldiretti Pesca Puglia consiglia di verificare sempre l’etichetta del pesce al bancone. È fondamentale controllare l’area di pesca (Gsa) per scegliere prodotti provenienti dalle zone italiane come Adriatico, Tirreno e Ionio, preferendo le filiere certificate per qualità e freschezza.

Una barca da pesca artigianale nel Mar Adriatico vicino alla costa pugliese, immagine generata con Dall-E

Sostenibilità e trasparenza come priorità

La tutela della pesca pugliese è un passo fondamentale per garantire la sostenibilità economica delle comunità costiere e la salvaguardia delle risorse marine. Con le nuove misure, si conferma l’importanza di un’azione diplomatica coordinata a livello europeo, capace di difendere gli interessi nazionali e promuovere una maggiore trasparenza per i consumatori.