Rischio frodi e speculazioni sull’olio extravergine di oliva italiano

L'ottimo olio pugliese, prodotto da difendere

Olio d’oliva straniero nei porti di Bari e Salerno: Coldiretti e Unaprol denunciano i pericoli di speculazione “controlli sul Made in Italy”

Negli ultimi giorni, olio extravergine di oliva proveniente da Grecia e Maghreb ha raggiunto i porti di Bari e Salerno, destando preoccupazioni sulla sicurezza e l’autenticità del prodotto che finirà nei supermercati italiani. Coldiretti Puglia e Unaprol, Consorzio Olivicolo Italiano, hanno lanciato l’allarme sul rischio di frodi e speculazioni legate alla scarsità di olio Evo di produzione nazionale, chiedendo di tenere alta la guardia per proteggere la qualità e l’origine dell’olio d’oliva pugliese, famoso in tutto il mondo.

Crescente scarsità di olio extravergine di oliva italiano

La situazione di scarsità di olio d’oliva in Italia è senza precedenti. Le riserve di olio extravergine di oliva sono diminuite del 16%, mentre quelle di olio vergine del 51%, rendendo sempre più vulnerabile il mercato interno alle importazioni di olio straniero. La raccolta delle olive in Puglia, la principale regione produttrice di olio in Italia, ha registrato un calo del 40% rispetto allo scorso anno, a causa delle persistenti condizioni di siccità che hanno colpito la regione sin dalla primavera. Nonostante la scarsità di quantità, la qualità del raccolto di quest’anno è ritenuta eccellente.

Questa situazione di offerta limitata apre la strada a speculazioni da parte di chi vorrebbe approfittare della scarsità per ridurre il prezzo dell’olio pugliese, favorendo l’introduzione di prodotti esteri di qualità inferiore. Coldiretti Puglia e Unaprol hanno denunciato questo rischio, evidenziando l’urgenza di misure per contrastare le frodi ai danni del consumatore e del prestigioso olio extravergine d’oliva Made in Italy.

David Granieri, presidente di Unaprol

Nuove norme per la tracciabilità e la trasparenza nella filiera dell’olio extravergine

A sostegno della filiera olivicola nazionale, il Decreto del MASAF, che attua l’articolo 9 della Legge 206/2023, introduce nuove regole per la registrazione delle consegne di olive da olio ai frantoi oleari. Coldiretti Puglia ha espresso soddisfazione per la misura che impone a magazzini e intermediari di registrare le consegne entro sei ore dall’acquisto nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN).

David Granieri, presidente di Unaprol, ha dichiarato: «Si tratta di una novità normativa fondamentale per la tutela della qualità e dell’origine dell’olio d’oliva italiano». Granieri ha inoltre aggiunto: «La registrazione obbligatoria delle consegne rappresenta un passo avanti decisivo verso una maggiore trasparenza e tracciabilità della filiera olivicola».

L’obiettivo è quello di eliminare le opacità che spesso compromettono il settore, assicurando che tutto il percorso delle olive fino ai frantoi sia monitorato e tracciato. Granieri ha inoltre sottolineato l’importanza di attivare una cabina di regia per organizzare controlli sugli operatori del settore, soprattutto alla luce del fatto che l’olio di Puglia è stato il prodotto agroalimentare più falsificato nel 2023, con numerose irregolarità riscontrate in Europa e sul web.

Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia

Frodi nell’olio d’oliva e la necessità di controlli rigorosi

La lotta alle frodi è al centro dell’azione di Coldiretti Puglia e Unaprol. Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, e Pietro Piccioni, direttore regionale, hanno dichiarato: «Le frodi a tavola sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone, si fondano sull’inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa».

Le bottiglie di olio d’oliva straniere rappresentano tre quarti di quelle consumate in Italia, il che aumenta ulteriormente il rischio per i consumatori di incappare in prodotti non autentici o di scarsa qualità.

Coldiretti e Unaprol hanno avanzato anche la proposta di restringere i parametri relativi al livello di acidità dell’olio extravergine di oliva, riducendolo dallo 0,8% allo 0,5%, una misura che potrebbe contribuire ulteriormente a tutelare la qualità del prodotto italiano. L’arrivo del nuovo decreto, in fase di pubblicazione, sancisce modalità specifiche di registrazione delle olive acquistate dai commercianti, aumentando ulteriormente il livello di trasparenza della filiera.

Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia

Olio extravergine pugliese: un patrimonio da proteggere

L’olio extravergine di oliva pugliese è noto in tutto il mondo per le sue qualità organolettiche, nutrizionali e funzionali, oltre che per il suo valore paesaggistico, riconosciuto anche a livello scientifico. I consumi di olio extravergine italiano sono cresciuti del 3%, a testimonianza del crescente apprezzamento dei consumatori per la qualità e la tracciabilità dei prodotti Made in Italy.

Per evitare confusioni tra i consumatori, Coldiretti ha sottolineato l’importanza di rafforzare la disciplina sui condimenti, con l’indicazione in etichetta della percentuale di olio extravergine di oliva presente nelle miscele e con l’obbligo di separare chiaramente sugli scaffali l’olio Evo dagli altri oli raffinati. Questo accorgimento è fondamentale per evitare che il consumatore venga ingannato e spinto a comprare un prodotto inferiore pensando di acquistare olio extravergine.

Cambiamenti climatici e il futuro della produzione olivicola in Italia

Un altro aspetto cruciale per il futuro della produzione olivicola italiana è la gestione delle risorse idriche. I cambiamenti climatici, con eventi estremi sempre più frequenti, stanno mettendo a dura prova l’olivicoltura. Coldiretti e Unaprol hanno chiesto di accelerare la realizzazione del piano di invasi con pompaggi e di adottare un approccio più sostenibile nella gestione delle risorse idriche, per garantire una produzione costante e di qualità.

Alberi d’olivo minacciati dai cambiamenti climatici, immagine generata con Dall-E

Il settore olivicolo è di fondamentale importanza per l’economia e l’identità del nostro Paese, e la tutela del nostro olio extravergine di oliva è una questione che va oltre la semplice protezione di un prodotto agricolo: è una questione di valorizzazione del nostro patrimonio culturale e gastronomico, un simbolo riconosciuto a livello internazionale della nostra Dieta Mediterranea, dichiarata patrimonio culturale dell’umanità dall’UNESCO.