Pennelli di talento. Due opere dell’artista donate al segretario generale delle Nazioni Unite Guterres e al vicepremier Tajani
di Antonio Portolano
Le emozioni dietro l’arte di Stefano Bramato
BRINDISI – Le sue pennellate arrivano dagli occhi dritte al cuore. Illuminano la mente. E ti ritrovi in uno spazio senza tempo direttamente in contatto con l’artista guardando il mondo coi suoi occhi. Puoi condividere la meraviglia o il sentimento che hanno ispirato la sua opera, sintonizzarti con le sue emozioni. Diventano subito le tue. E osservandole ti ritrovi a condividere un viaggio su una riva del mare, sentire il vento che gonfia la vela di una barca, il profumo della macchia mediterranea, gli schizzi di salsedine che ti arrivano sul viso durante una mareggiata, l’odore dello iodio che sale durante la risacca.
Stefano Bramato: un talento alla base UNGSC di Brindisi
È la magia di cui è capace Stefano Bramato.
«Sono un bimbo di 52 anni», confida allegramente all’amico giornalista.
Qualche ora fa il suo genio ha toccato il tetto del mondo. Due delle sue opere sono state donate al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres – che peraltro è il suo capo supremo – e al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell’Italia Antonio Tajani, arrivati a Brindisi in occasione dei festeggiamenti per i trent’anni della base UNGSC di Brindisi e del G7.
L’ispirazione dietro gli acquerelli di Brindisi
«Gli acquerelli offrono una visione unificata, fondendo l’essenza di Brindisi con il Centro Servizi Globali delle Nazioni Unite, dal punto di vista di una barca che scivola nel bellissimo e unico porto di Brindisi. Lo skyline si dispiega, fondendo perfettamente i punti di riferimento più iconici della città con le inconfondibili caratteristiche operative della UNGSC. Questa visione simboleggia Brindisi, evidenziando la sua reputazione come uno dei porti più sicuri del mondo. La collocazione centrale della UNGSC all’interno di questo panorama, ne sottolinea l’importanza e la presenza», racconta Stefano Bramato.
Le emozioni di un dono unico
Sei ancora orgogliosamente stupefatto? O sei tornato alla vita reale? Quali emozioni hai provato a tu per tu con il tuo capo?
«Rimarrò sempre grato e orgoglioso della occasione che mi è stata offerta. Lo stupore si trasforma in ricordo, in esperienza e sono tornato subito dopo alla mia normalità. Emozioni? Tante e così diverse che probabilmente non ho ancora pienamente realizzato. Non sono io che ho donato al segretario generale un mio acquerello, piuttosto lui mi ha fatto un regalo che ricorderò per la vita».
Il concept delle opere donate a Guterres e Tajani
Cosa raccontano le opere donate a Guterres e Tajani?
«Le opere da me realizzate rappresentano un concept dove Brindisi e la UNGSC si mescolano, in una visione unificata. L’entrata verso il nostro magnifico porto, dalla vista di un traghetto. Entrando nel porto si notano alcuni elementi iconici e storici della nostra città, mescolati con elementi moderni e avanzati della base ONU e qualche elemento di fantasia. Tutta questa vista simboleggia per me Brindisi e la sua millenaria reputazione di porto sicuro, e quello di UNGSC con la sua presenza importante nel panorama della pace».
Celebrazioni per i 30 anni della base UNGSC
Le hai pensate nell’ottica di donarle a loro in occasione dei 30 anni della base UNGSC di Brindisi o sono frutto dell’estro di uno dei tuoi momenti creativi?
«Le opere sono state dipinte nell’ottica della celebrazione dei 30 anni della base UNGSC».
L’amore per il mare nelle opere di Stefano Bramato
Il mare, un pensiero, un particolare e il tuo pennello parte e descrive emozioni. E chi ha il piacere di incontrare la tua arte è in grado di sintonizzarsi perfettamente con queste emozioni. Come fai?
«Le mie opere sono realizzate per condividere con altri l’amore per il mare, che vivo e ho vissuto sopra e sotto la sua superficie, in diversi e magnifici modi. Cerco di portare chi vede le mie opere nel vissuto, nelle semplici immagini che ogni giorno ci passano davanti spesso sottovalutate, nel ricordo che tutti noi abbiamo, mescolando in maniera sempre diversa questi e altri ingredienti. Spesso parto da una linea, da una macchia, da una piccola idea che genero nel mio diario, che poi elaboro e coloro. Spero sempre di essere all’altezza del mio fruitore».
Stefano Bramato: un artista dalle mille passioni
Chi è Stefano Bramato? Di cosa si nutre? Quali libri legge? A quali maestri si ispira? Quali sono le sue passioni?
«Qui parliamo dello Stefano Bramato che dipinge con gli acquerelli vero? Perché artisticamente ho avuto diverse vite. Tra fotografia, musica e restauro di dipinti e affreschi. Per non parlare del cuoio, del legno e dell’acciaio e altro. Diciamo che Stefano Bramato è un tipo curioso dalla vita, ispirato dalla voglia di creare sempre qualcosa, dalla gioia che ne consegue. Le mie letture sono onnivore con preferenza per la fantascienza, i gialli, le graphic novel, e ovviamente letture artistiche. Citare tutti i maestri sarebbe impossibile. Sono moderno e trovo maestri e ispirazione continuamente, ma soprattutto globalmente. Vedo arte e maestri in tutto il mondo. Chi mi ispira maggiormente in questo momento sono Pito Campos, Alvaro Castagnet, Andrè Kano, Thomas Schwaller e tra gli italiani Geremia Cerri e Massimo Ciavarella».
Il mare come filo conduttore nell’arte di Bramato
Il mare è il filo conduttore di molti lavori, perché?
«Probabilmente perché lo ricordo, lo vivo con tutti i 5 sensi e perché semplicemente da madre sarda e padre pugliese fa parte di me. Una famiglia la nostra che ha vissuto il mare in mille forme, appena possibili e in ogni momento del giorno».
L’acquerello come tecnica predominante
Ti ricordo alle scuole superiori divoratore appassionato di fumetti, ami l’urban sketching, come sei arrivato a scegliere l’acquerello come tecnica predominante dei tuoi lavori? Cosa ti permette di dire?
«Che memoria! I fumetti in Italia sono stati importanti, ma all’estero li chiamano graphic novels, raccontare storie col disegno e sono queste con i nostri grandi maestri italiani (Che ti devo dire, Hugo Pratt con Corto Maltese?) che mi hanno dato un certo imprinting. Sono matto di Urban Sketching e sono membro dal 2011 di questo movimento globale. In pratica lo sketching è sempre con me, fisicamente. E adoro rappresentare le persone nel loro tessuto, nell’ambiente che le circonda, le interazioni. Fosse anche una persona che sorseggia un caffè o quell’angolo di città che mi affascina per il ponte e il semaforo rotto. Bene, l’acquerello è una tecnica difficile ma veloce, lascia poco spazio al ripensamento quindi l’errore onnipresente deve essere sempre pensato come parte integrante. Un po’ come la vita dove gli errori fanno parte del nostro più bel dipinto, che è la nostra vita. Li accetti e ovviamente provi a migliorarti ogni giorno».

Progetti futuri di Stefano Bramato
Progetti per il futuro?
«Per il futuro si lavora per una personale dove vorrei incontrare persone, al di fuori del quotidiano, nel mio ambiente artistico. Avrei in mente anche diversi progetti che richiederanno una buona dose di tempo e pazienza, sempre partendo dal mio territorio. Ma soprattutto voglio solo continuare fare quello che amo da morire, macchiare carta a casa, per strada, dovunque io sia, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il mio laboratorio è il mondo intero».